Giornata mondiale del gatto, l’unico animale che non le manda a dire perché il vero padrone di casa é lui e solo lui decide come, dove e quando darci confidenza.

Giornata mondiale del gatto: miti e curiosità | Clinica La Veterinaria
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La giornata mondiale del gatto si festeggia in tutto il mondo il 17 febbraio

I gatti affascinano gli esseri umani fin dalla notte dei tempi e già gli antichi egizi li adoravano come divinità così tanto da condannare a morte chi faceva loro del male.

I gatti defunti venivano mummificati secondo gli stessi procedimenti usati per gli umani.

Ciò che affascinò fortemente gli Egizi fu la perfezione fisica del gatto, chiamato da loro Mau (dal verso onomatopeico).

I gatti, a cui sono attribuiti poteri mistici sin dalle epoche più remote, sono sempre stati protagonisti di miti, leggende, superstizioni ma anche di crudeli e ingiuste persecuzioni.

Nei secoli del medioevo in tutta Europa vi fu una vera e propria caccia al gatto

In Europa, dall’anno 1000 fino al 1700, migliaia di gatti (in particolare quelli neri) vennero massacrati perché ritenuti creature demoniache.

Per contrapporsi ai riti pagani per i quali i gatti erano invece oggetti di culto, Papa Gregorio IX emanò addirittura una bolla.

Con questo documento autorizzava lo sterminio, a nome di Dio, di tutti i gatti in quanto nemici della fede e ritenuti incarnazione del maligno.

Una cosa è certa ed evidente: i gatti sono i protagonisti indiscussi dell’immaginario collettivo e della cultura in ogni angolo del mondo.

Giornata del gatto e curiosità dal mondo

Se frequenti i ristoranti giapponesi, avrai certamente notato l’immancabile statuetta raffigurante un gatto con una zampina alzata in cenno d’invito o saluto.

Ebbene, una leggenda giapponese narra che un samurai, mentre si trovava a caccia nei pressi di un tempio, notò un gattino che lo stava invitando ad avvicinarsi con dei cenni della zampina.

Incuriosito, il guerriero si diresse verso il gatto e un attimo dopo un fulmine squarciò l’aria e colpì proprio l’albero vicino a cui si trovava fino a un istante prima.

Il Samurai realizzò che il gatto gli aveva appena salvato la vita.

Nacque così l’usanza di posizionare una statuina del Maneki Neko, questo il nome del gatto, nell’ingresso di casa o delle attività commerciali come talismano portafortuna.

In Giappone viene addirittura organizzato un festival annuale dedicato al Maneki Neko, il 29 settembre.

Nell’ambito del folklore giapponese abbiamo anche la leggenda del gatto Bakeneko

Il Bakeneko è una creatura soprannaturale che ha l’aspetto di un comune gatto ma di dimensioni maggiori.

Ha la capacità di camminare sulle zampe posteriori, di creare spettrali sfere di fuoco e di assumere sembianze umane pur mantenendo tratti felini.

Nelle isole britanniche troviamo il Cait Sith

Gli avvistamenti reali di questa varietà vengono attribuite alla razza scozzese Kellas, un incrocio tra un gatto domestico ed uno selvatico.

Si tratta di un felino di grossa taglia, tutto nero e con una grande chiazza bianca sul petto.

Gli irlandesi credevano che fosse una creatura fatata.

Gli scozzesi invece ritenevano che fosse una strega capace di trasformarsi in gatto per nove volte; la nona ed ultima volta sarebbe rimasta definitivamente gatto.

Sempre in Scozia abbiamo il gatto dalle grandi orecchie, discendente di Irusan, il Re dei gatti; questo secondo la tradizione era capace di esaudire qualunque desiderio.

Messico e Stati Uniti: il gatto cactus

Anche nei deserti nel nord del Messico e in quelli degli Stati Uniti sud occidentali aleggia una leggenda felina ed è quella che riguarda il gatto cactus.

La storia narra di un gatto che al posto della pelliccia ha le spine e al posto degli artigli ha delle lame con cui squarcia i cactus per berne poi a distanza di giorni i succhi fermentati ossia alcool puro.

Una volta bevuto il succo dei cactus e ubriaco marcio, il gatto vaga nel deserto per smaltire la sbornia, danneggiando le cose e picchiando addirittura le persone.

Bizzarre o inverosimili che siano, miti e leggende hanno sempre un fondo di verità.

Nel caso dei gatti, una cosa è innegabile: a questi intriganti animali vengono attribuite capacità straordinarie.

Ma cosa rende evocativi, magnetici e speciali i gatti?

I gatti possiedono un sesto senso che a noi esseri umani manca ma non si tratta di poteri magici bensì di una sensibilità assolutamente unica che consente loro di percepire perfino l’invisibile.

I loro baffi, le “vibrisse”, costituiscono un organo sensoriale fondamentale con il quale percepiscono la loro distanza rispetto agli oggetti ma anche la posizione ed il movimento di altri esseri umani e non umani prima ancora di averli visti.

Il confine tra la verità e la leggenda sta dunque nell’estrema sensibilità che i felini possiedono.

I gatti possiedono una innata capacità di percepire vibrazioni invisibili e incomprensibili per i sensi umani purtroppo non particolarmente sviluppati.

Ancora oggi tanti pregiudizi e superstizioni assurde

La credenza che il gatto nero porti sfortuna e altri molti luoghi comuni sul carattere e sul comportamento del gatto, tacciato spesso di indifferenza e opportunismo, sono ancora oggi piuttosto diffusi.

L’eterno dilemma che divide: i gatti sono freddi e opportunisti oppure affettuosi e disinteressati?

I gatti adorano la compagnia umana e possono soffrire anche molto la mancanza delle persone alle quali si affezionano.

I luoghi comuni nascono da una mancanza di conoscenza relativa al linguaggio dei gatti e alle espressioni non verbali che spesso vengono fraintese.

Alcuni gatti si adattano alle manifestazioni di affetto umane ma in genere baci e abbracci non fanno parte delle normali dimostrazioni di amore.

Coccole sì ma a loro discrezione e senza esagerare

Le reazioni, le risposte e gli stati d’animo dei gatti variano a seconda degli stimoli dati dall’ambiente circostante, dalle esperienze vissute, dalle condizioni fisiche e psichiche, dalla qualità di vita che vivono.

Pertanto non aspettarti che un gatto abbia le stesse dimostrazioni di affetto dei cani o delle persone o di qualsiasi altro animale.

Né è giusto o logico dire che i gatti non amano gli umani o non hanno sentimenti solo perché non si comportano come i cani o come noi.

È importante rispettare le loro preferenze e abitudini e soprattutto, non rimanere delusi quando esprimono il loro disappunto in maniera chiara ed assertiva.

I gatti non le mandano a dire ma gli equivoci nascono sempre dalla nostra incapacità di capirli e accettarli per quello che sono.

Se desideri approfondire il tema, sappi che i Medici Veterinari del nostro Staff sono sempre a tua disposizione.

Chiedi un consulto con i nostri Comportamentalisti per comprendere meglio il linguaggio del tuo gatto.

Ti ricordiamo, inoltre, che in caso di necessità e urgenza, Clinica La Veterinaria è sempre aperta h24 tutti i giorni inclusi i festivi e con servizio di Pronto Soccorso dalle 20 alle 8.

Per la gioia di vederLI FELICI

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