Il pastore tedesco: dalle origini della razza all’insensato stravolgimento del suo aspetto.
All’antenato del pastore tedesco dei giorni nostri competeva il ruolo di conduttore, guardiano e protettore delle preziosissime greggi nelle campagne tedesche del XVIII secolo, dove allevamento e pastorizia erano alla base dell’economia delle comunità contadine.
I progenitori dei moderni pastori tedeschi provenivano principalmente dall’Asia Minore in particolare dalla Serbia e dal Sud della Macedonia dove, per tradizione pastorizia, si accrescevano cani adatti a questo scopo.
I ceppi venivano incrociati tra di loro senza un criterio finché Max Von Stephanitz, un ufficiale prussiano, si mise in testa un’idea.
Il suo obiettivo era quello di creare un modello di cane “unificato” che rappresentasse lo standard del pastore tedesco.
Nel 1899 Von Stephanitz notò ad una esposizione canina un cane da pastore di nome Hektor Linksrhein.
Folgorato dalla vista di quell’esemplare, ritenendolo perfetto per ottenere il prototipo dello standard, lo acquistò e lo ribattezzò Horand di Grafrath.
Hektor Linksrhein
Lo standard del Pastore tedesco o German Shepherd Dog
Horand generò ben centocinquanta figli e lo standard ufficializzato da Von Stephanitz, che contempla sia le caratteristiche fisiche che quelle del temperamento e del carattere, venne poi ratificato dalla Società Cinofila Tedesca (VDH) nel 1901 in occasione della VI Assemblea dei Soci.
Von Stephanitz ottenne, dunque, il suo “cane da lavoro” perfetto: robusto, forte e muscoloso, un ottimo trottatore.
Un cane equilibrato, sicuro di sé, vigile e docile, coraggioso e combattivo, pieno di vita e curioso, impavido ed efficiente, protettivo e fiducioso.
Tuttavia, la funzione primaria del pastore tedesco come cane da gregge era destinata a esaurirsi a causa della industrializzazione dei territori e del progressivo ridimensionamento della pastorizia.
Ecco perché il pastore tedesco iniziò poi ad essere impiegato anche in altri ambiti: nei corpi di polizia, dai pompieri o dai nuclei antidroga, nelle missioni di soccorso o come cane da guardia.
Gli allevatori americani iniziarono a stravolgere l’aspetto del cane
Per rimarcare una netta differenza dallo standard da cui ebbe origine, gli allevatori americani hanno stravolto l’aspetto del pastore tedesco.
Essi hanno dato origine a esemplari con ossatura più robusta, groppa forzatamente angolata e zampe posteriori sempre più piegate.
La scellerata ambizione di uno standard a stelle e strisce ha prodotto una sola, infelice conseguenza.
Ossia quella di selezionare esemplari predisposti a patologie congenite dell’apparato scheletrico come la displasia dell’anca, del gomito e del ginocchio.
I pastori tedeschi fortemente sbilanciati e con la parte posteriore che quasi tocca per terra, soddisfano un unico bisogno: quello egoistico e vanesio dell’uomo che ha vinto sull’etica e sul rispetto dell’animale.
Patologie articolari ma non solo: le predisposizioni genetiche di un pastore tedesco
Problemi muscolo-scheletrici a parte, un pastore tedesco di razza è soggetto a:
-cardiopatia
-epilessia
-diabete
-mielopatia degenerativa
La predisposizione genetica e morfologica non implica che tutti i pastori tedeschi manifestano queste patologie.
Più semplicemente, risultano maggiormente a rischio rispetto ad altre razze e pertanto, si rende necessaria l’attuazione di un piano sanitario preventivo per la diagnosi precoce e la riduzione dei rischi.
Il Pastore tedesco ha bisogno di svolgere molta attività fisica e ha fortemente bisogno di umani con una routine regolare che gli dedichino molto tempo e condividano con lui un’esistenza ricca di esperienze e interazioni.
La relazione con il pastore tedesco
Un’esistenza povera di stimoli e la solitudine sono particolarmente lesivi dell’equilibrio psico-fisico del pastore tedesco.
La motivazione predatoria, un tempo utilizzata per inseguire e radunare il bestiame proteggendolo dai predatori, in seguito per difendere le proprietà da minacce esterne, deve essere opportunamente soddisfatta.
E ancora, da buon pastore conduttore, ha motivazioni collaborativa e affiliativa altissime per cui si lega moltissimo alla famiglia ed è sempre entusiasta di imparare e fare cose nuove con i propri umani.
La solitudine e l’isolamento sociale spesso hanno ripercussioni gravissime primo tra tutti il disturbo ossessivo compulsivo del tail chasing, cioè l’inseguimento ossessivo della coda fino all’autolesionismo grave.
Selezionato per stare accanto all’uomo e aiutarlo, il pastore tedesco è un cane meraviglioso, sensibile e generoso.
Se è nelle tue intenzioni accoglierne uno in famiglia, valuta se sei davvero in grado di soddisfare i suoi bisogni.
Canili e rescue sono purtroppo pieni di pastori tedeschi incompresi e frustrati.
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