E’ ora di finirla con la storia del lupo cattivo
La favoletta del lupo cattivo che sbrana il bestiame e attacca l’uomo è una mistificazione creata ad arte per seminare panico, creare isteria collettiva e giustificare gli interventi “sanificanti” dei cacciatori, liberi di poter puntare le doppiette in nome del controllo faunistico finalizzato a limitare i danni causati dalla fauna selvatica alle attività agricole e zootecniche.
Il tutto, a suon di approvazioni di disegni di leggi “ammazza-lupi” che alcune regioni del nord Italia periodicamente approvano e che altrettanto regolarmente (per fortuna del lupo) vengono impugnate e dichiarate anticostituzionali dalla Corte Suprema.
Purtroppo la demagogia è un ingrediente fondamentale della comunicazione politica delle correnti populiste.
Normativa e linee guida comunitarie e internazionali a tutela del lupo
L’attuale quadro normativo vieta la cattura e l’uccisione, il disturbo, il possesso, il trasporto, lo scambio e la commercializzazione del lupo (DPR 357/97 e s.m.i., art.8 cc.1 e 2) e richiede una specifica autorizzazione per l’importazione di esemplari vivi o morti di lupo o di parti di essi (L. 874/75, art. 4).
Per ogni attività di cattura a fini scientifici di lupi, è richiesta sia un’autorizzazione regionale (L.157/92, art.4), sia un’autorizzazione del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio (DPR 357/97 e s.m.i., art. 11). Entrambe tali autorizzazioni devono essere espresse sulla base di un parere dell’ISPRA.
Al fine di prevenire danni gravi all’allevamento, è prevista la possibilità di deroga ai divieti di cattura o abbattimento dietro autorizzazione del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio sentito l’ISPRA, a condizione che non esistano altre soluzioni praticabili e che la deroga non pregiudichi il mantenimento, in uno stato di conservazione soddisfacente, delle popolazioni di lupo (L. 157/92, art. 19 c. 2; DPR 357/97 e s.m.i., art.11 c.1);
E infine, è contemplata l’erogazione di contributi a titolo di indennizzo e prevenzione dei danni, sia da parte delle Regioni che da parte degli Enti parco, sia conforme alla vigente normativa europea in materia di aiuti di Stato ai settori agricolo e forestale.
Informazioni sul lupo in Italia: stima della popolazione
La stima della dimensione della popolazione alpina è ottenuta dai rilievi del progetto LIFE WOLFALPS che utilizza una metodologia centrata sul rilievo della presenza di branchi e coppie riproduttive.
La stima per il 2015 era di 23 branchi di cui 18 interamente in Piemonte, 3 tra Piemonte-Liguria, 1 tra Piemonte-Valle d’Aosta, ed 1 tra Veneto-Provincia di Trento (Lessinia).
Di questi 23 branchi, 4 sono transfrontalieri con la Francia.
Attualmente vi è attesa per una stima aggiornata i cui dati saranno diramati dall’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) tra qualche mese.
Il successo nella conservazione del lupo è in funzione del grado di accettazione da parte delle comunità locali e dell’atteggiamento del pubblico verso la natura e la sua gestione.
I lupi sono animali che si riproducono una sola volta all’anno, la gestazione dura circa 63 giorni come nei cani.
La dimensione della cucciolata è in media di 3-4 cuccioli.
Impossibile, dunque, una loro crescita esponenziale.
La popolazione dei lupi cresce con la formazione di nuovi branchi in territori non occupati da altri, ma a livello locale è sempre e solo presente un branco, il cui il numero di individui si mantiene stabile.
Infatti, una volta che un branco di lupi si stabilisce in una zona, occupa un territorio esclusivo e costituisce un nucleo famigliare che si autoregola annualmente, formato dai genitori e dai loro cuccioli.
I giovani solitamente tra il primo e il secondo anno di età lasciano il luogo d’origine alla ricerca di nuovi territori.
Il lupo tendenzialmente cerca di evitare l’essere umano
I lupi non considerano gli umani delle prede, sono diffidenti nei nostri confronti e se possono, si tengono a distanza di sicurezza.
Nella maggior parte dei casi di incontro con persone si allontanano spontaneamente.
Nel caso di un avvistamento diretto è importante avere un corretto approccio evitando il disturbo come indicato di norma per tutta la fauna selvatica.
Come per tutti i selvatici, non bisogna cercare di interagire o interferire, quindi bisogna evitare di avvicinarsi e di lasciare a disposizione fonti di cibo per evitare forme di abituazione.
Il lupo nella cultura occidentale
La cultura occidentale, dominata dal concetto di dominazione della natura e incentrata sulle attività di domesticazione e coltivazione, ha sempre posto il lupo in una posizione antagonista, di difficile dominazione e da combattere attraverso lo sterminio.
Questo è quanto accaduto nella prima metà del XIX secolo, lasciando una eredità culturale alle generazioni successive che vede il lupo protagonista di fantasiose e radicate leggende sulla sua presenza e l’impatto negativo che ne consegue.
E’ necessario ristabilire la verità sulla diffusione ed espansione del lupo, combattendo le leggende, ancora molto diffuse e radicate.
Ma al di sopra di tutto, è bene sottolineare che al pari di ogni altra creatura della Terra, il lupo non può essere perseguitato e ha il diritto di:
- nutrirsi per come la sua natura impone
- vivere in modo dignitoso la sua intera vita
- avere tane sicure e inviolate
- riprodursi in modo naturale e crescere la sua prole
Il lupo ci fiuta e ci osserva ogni giorno e dall’alto della sua ancestrale saggezza, ci evita perché sa perfettamente che l’uomo è l’unico animale che uccide per il solo gusto di farlo.
Ovviamente i lupi non sono animali domestici e possiamo limitarci tutti a osservarli nel loro habitat ma per il tuo cane o gatto, il nostro staff è sempre a tua disposizione.
Ti ricordiamo, inoltre, che Clinica La Veterinaria è sempre aperta h24 inclusi i festivi e con servizio di Pronto Soccorso dalle 8 alle 20.